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Irrimediabilmente. Non serve coniarne infinite copie: quel vecchio Mark, arrabbiato con la vita e col mondo per il proprio handicap, ma anche così profondamente umano, non tornerà più.
Scritto con un linguaggio semplice, piano, immediato, in uno stile che ricalca la lingua parlata e lo slang giovanile, ma che non sa non abbandonarsi, di tanto in tanto, a riflessioni lirico-metafisiche su che cosa renda unico un essere umano e su cosa siano, in fin dei conti, l'etica e la morale in un mondo super-tecnologico come il nostro (se esistono ancora), Mark 2.0 racconta, in chiave iper---contemporanea e neo-moderna, una storia vecchia come il mondo. Attraversando, guadando, percorrendo trasversalmente il tema di cosa classifichi un essere umano come tale, Chris Farnell – nato nel 1984 a Leicester e studente all'università dell'East Anglia – dipinge in realtà, in una buona prova letteraria, la formazione di un piccolo nucleo di adolescenti alle prese con l'ingresso nel mondo della realtà, che non è mai un ingresso indolore, e il terribile momento in cui i giovani scoprono la morte.
Buildungsroman costruito su humor e tenerezza, scritto in una prima persona che slitta, di volta in volta, tra il vecchio Mark, il Mark 2.0, l'amico Phil, la sorella di Mark e la nemica/amica Kirsty, Mark 2.0 narra, come un diario intimo e come una progressiva epifania, in un crescendo di colpi di scena ed emozioni, le situazioni, i giorni, le delusioni, le paure, le domande insolute che costellano il duro cammino del passaggio all'adultità.
Guizzante, intimamente giovane e per questo a tratti ingenuo, ancora artigianale, Mark 2.0 è un noir insolito, fortemente connotato dal punto di vista generazionale, fatto, più che di atmosfere cupe ed enigmi da risolvere, di tutti i piccoli eventi quotidiani che, giorno dopo giorno, uccidono la nostra spontaneità, ci rendono adulti. A un certo punto, però, Phil inciampa, suo malgrado, in un vero omicida, e l'omicidio commesso è uno dei più atroci che un essere umano possa anche solo immaginare. Come comportarsi di fronte a una tale responsabilità?
Romanzo “tecnologico” e polifonico a più strati, Mark 2.0, tra videogiochi, film in videocassetta, camminate lunghissime dopo la scuola, litigi, partite di calcio e meditazioni solitarie (o interlocuzioni con un ipotetico narratario sim-patico), monta e galoppa verso un ribaltone finale edificato su miriadi di piccoli colpi di scena che piovono lesti sulla pagina, uno dietro l'altro. Un finale che spiazza personaggi e lettore e che lascia ancora molte domande insolute, da riempire, ognuno nel proprio privato, con le nostre personali fobie, idiosincrasie, e con i nostri irrinunciabili amori.

(pubblicato su www.romanoir.it il 28.11.2007)


   


Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani

2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris

3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini

3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci


Leggi i racconti

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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
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