|
|
<Segue
Il titolo italiano riprende quello dell'edizione statunitense (in uscita a maggio di quest'anno), ponendo l'accento con terribile ironia sui vicini che assistono apatici allo spettacolo del crimine dalle loro finestre. Si tratta del bystander effect , ovvero la sindrome dello spettarore che non offre alcun aiuto alla vittima di un caso di emergenza in presenza di altre persone, anche detta sindrome Genovese dal nome di Kitty Genovese, la donna di origini italiane che fu uccisa a New York senza che nessuna delle 38 persone presenti le prestasse soccorso.
La Kat del romanzo è l'alter ego di Kitty. Intorno a lei si muovono i drammi privati dei suoi buoni vicini: Patrick con una madre malata terminale e una visita medica imminente per essere arruolato, Thomas aspirante suicida che si scopre omosessuale, Diane tradita dal marito, Peter che tenta un disastroso scambio di coppie con un collega e molti altri personaggi le cui vite si incrociano nei modi più vari in “una serie di bisticci accidentali”. Quando questi estranei si sfiorano spesso entrano in collisione: “Duramente. In città accade così. E a volte finisce con la morte”. Il cortile diventa teatro della rappresentazione del crimine, ma dietro le finestre si nascondono tanti altri delitti in potenza. Tutti i personaggi arrivano sul punto di compiere atti di violenza ( Acts of Violence è infatti il titolo originale) e se non li commettono non è per un repentino prevalere della ragione sull'istinto, ma per pura casualità, come se per ognuno di essi esistesse un deus ex machina pronto a intervenire per scongiurare la catastrofe.
L'abile Jahn si serve della narrazione come di una telecamera posta all'altezza dei suoi personaggi, la sposta da una finestra all'altra assieme al loro sguardo in un montaggio dal taglio cinematografico che non risparmia nell'assumere anche il punto di vista del carnefice dalla doppia personalità e della vittima che vive l'aggressione con la lucidità iperrealistica dell'incubo. Non è un incubo, è la realtà degli anni Sessanta in un ritratto sapiente che condensa nell'arco di poche ore le ipocrisie e i pregiudizi di un'epoca. E' difficile immaginare una risposta letteraria più efficace di questa agli studi di psicologia sociale sull'ignoranza pluralistica e la diffusione di responsabilità che il caso Genovese ha suscitato fin da allora. Una risposta giunta a più di quarant'anni di distanza e che consegna a noi contemporanei un nuovo promettente scrittore.
(pubblicato su www.romanoir.it il 14.03.2011)
|
|
|
Roma Noir 2010
Scritture nere: narrativa di genere, New Italian Epic o post-noir?
a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2010)
Concorso Letterario
Roma Noir 2010
per tre racconti inediti
Vincitori
1° classificato
Etica professionale
di
Marica Petrolati
2° classificato
Pisana
di
Stefano Cicerani
3° classificato ex aequo
Cuore fiore amore
di
Angela Cutrera
3° classificato ex aequo
Siracusa, 1608
di
Maria Lucia Riccioli
Leggi i racconti
|
|
|