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Qui, dove sfuma la distinzione tra vittime e carnefici e i legami autentici sono costantemente minacciati dall'irrompere violento del crimine, si consuma la perenne lotta per la sopravvivenza a cui gli “ultimi” sembrerebbero condannati.
Proprio il ferimento della bellezza e dell'innocenza tra i “dannati della terra” innesca, sempre, il climax dell'intreccio. In Casino Totale è il caso della giovane araba Leila, sensuale e poetica, che sfidando l'intimidazione razzista intraprende la sua individuale titanica battaglia per emancipare se stessa e la sua famiglia attraverso gli studi universitari, ma finisce violentata e poi uccisa da un branco xenofobo. Così Chourmo – in provenzale “la ciurma, i rematori della galera” - si apre con l'assurdo omicidio del giovane Guitou alle prime esperienze della vita e dell'amore ma che ha la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato . Lo scioglimento della trama svelerà – in piena atmosfera sofoclea – non solo che l'assassino è l'odiato patrigno, rivelatosi killer sanguinario della mafia italiana, ma anche che proprio costui era, inconsapevolmente, il padre naturale della vittima.
In Solea , l'ultimo romanzo della trilogia e il più pervaso dall'odore della morte, a innescare la sequenza di omicidi intimidatori tra gli affetti di Fabio Montale è invece il feroce assassinio di Sonia, solare donna bosniaca conosciuta per caso in un incontro breve ma carico di promesse sottaciute. Come Leila e la bella cugina Gèlou (la madre di Guitou) e ancora il commissario Hélène, anche Sonia appartiene agli amori “possibili” di Fabio Montale, sospesi nel desiderio inespresso e permeati dall'aura che il protagonista conferisce sempre alle donne da cui è attratto intuendo, di ciascuna, l'intima bellezza interiore. Autentici, ma effimeri, a carpire ogni volta una sola porzione del femminile – come con l'amica giornalista Babette o la fragile prostituta Marie-Lou – gli amori reali del protagonista non possono che consumarsi all'ombra di un'assenza: quella di Lole, il cui odore speziato di menta e basilico, nel ricordo, rende insopportabile l'abbandono subìto. L'ultima chimera di Fabio morente alla fine di Solea è proprio la donna amata, allorché le implora di chiudere una volta per tutte il sipario sulla sua vita: «Lole, per favore» risuonano le parole conclusive della trilogia.
Le donne, gli affetti, la poesia, il mare, il cibo, il vino e la musica (non è un caso se i titoli dei romanzi sono tratti da alcuni brani: Casino Totale del gruppo marsigliese “IAM”, Chourmo dei “Massilia Sound System” e Solea di Miles Davis) rappresentano per Fabio Montale gli elementi vitali che si contrappongono alla spietatezza del crimine, le cui redini sono nelle mani della mafia interessata, in collusione con le istituzioni, ad alimentare diseguaglianze sociali politicamente gestibili. Le inchieste giornalistiche ( Le Monde Diplomatique, Le Monde, Libération ) come i documenti ufficiali ( Nazioni Unite. Vertice Mondiale per lo sviluppo sociale. La globalizzazione del crimine del Dipartimento d'informazione pubblica dell'ONU) ispirano l'universo criminale di cui la narrazione palesa un retroscena sempre più conturbante in quanto esito di ramificazioni che si espandono senza limiti geografici, sociali, ideologici e morali.
Con Solea , l'ultimo e il più duro della trilogia, il cromatismo dei paesaggi, le sensazioni olfattive, il piacere della musica e del cibo finiscono per soccombere all'odore di morte che gradualmente pervade ogni cosa, e la speranza, gli ideali, la passione di Fabio Montale lasciano il passo alla stanchezza, alla disperazione e infine all'estremo oblio. Sarà il mare di Marsiglia, grembo e rifugio per l'intera saga, a riprendersi il protagonista nell'ultima impari lotta contro il crimine.
Ex sbirro in rotta con il mondo, lacerato dalle contraddizioni della modernità e dotato di una profonda “humanitas” da cui deriva l'istintiva vicinanza con gli “ultimi”, Fabio Montale (il cui nome, va da sè, deriva dal poeta Eugenio Montale) rappresenta l'emblema del “noir mediterraneo” di cui Jaen- Claude Izzo, a giusto titolo, viene considerato il fondatore. Nella trilogia marsigliese ci sono d'altra parte tutti gli elementi tipici del genere che affonda le radici nel fratricidio biblico e nella tragedia greca, nonché nelle reinterpretazioni della letteratura novecentesca, come proprio Izzo chiarisce nel breve testo L'azzurro e il nero edito nella raccolta Aglio, menta e basilico (edizioni e/o, 2006). Dunque il sostrato letterario di Casino Totale, Chourmo e Solea si configura quale dichiarazione di poetica: da Joseph Conrad a Albert Camus, da Louis Brauquier a Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud, i maestri dello scrittore riecheggiano in un ricco repertorio di immagini a caratterizzare la sensibilità del protagonista. La prosa lirica dei romanzi risulta così sorretta da un tessuto di citazioni che rimandano alla tradizione letteraria, non solo nera , del Novecento, a disegnare peraltro una chiara visione delle cose in cui domina la condanna senza appello alle disparità sociali.
Non a caso, come apprendiamo dalla biografia inedita a cura di Nadia Dhoukar in introduzione del volume, proprio la lotta appassionata alle diseguaglianze ha indotto Jean-Claude Izzo, dall'adolescenza in oratorio all'attivismo nel PSU e poi nel PCF nel clima degli anni Sessanta e Settanta fino all'ultimo brevissimo tratto segnato dal successo della trilogia marsigliese, a concepire la sua intensa attività di scrittura narrativa, ma anche poetica e giornalistica, come impegno politico e lucida denuncia sociale.
(pubblicato su www.romanoir.it il 10.11.2011)
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Roma Noir 2010
Scritture nere: narrativa di genere, New Italian Epic o post-noir?
a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2010)
Concorso Letterario
Roma Noir 2010
per tre racconti inediti
Vincitori
1° classificato
Etica professionale
di
Marica Petrolati
2° classificato
Pisana
di
Stefano Cicerani
3° classificato ex aequo
Cuore fiore amore
di
Angela Cutrera
3° classificato ex aequo
Siracusa, 1608
di
Maria Lucia Riccioli
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