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Come un giallo alla Sherlock Holmes o un noir alla Walpole (che tra l'altro è colui che, nella seconda metà del Settecento, coniò questo termine a partire dalla fiaba I tre principi di Serendippo), Massimo Mongai parte alla ricerca della storia e dell'anima di una parola, serendipità, che per definizione cambia la vita dei singoli e il corso della Storia. Una parola che può salvare la vita alle persone. In un libretto di 124 pagine, Mongai racconta, spiega, definisce, sperimenta, propone, abduce, con un tono mai aulico o saggistico ma sempre colloquiale, accattivante, narrativo: un libro “componibile” il suo, come spiega l'autore stesso, poiché ogni capitolo possiede una propria autonomia e può essere “incastrato” col resto a piacimento del lettore. Quella di Mongai è una vera e propria indagine sulla serendipità, tesa a costruire un “manuale per l'uso” di questa parola che, come spiega l'autore, è impossibile definire una volta per tutte poiché, per sua propria natura, si evolve, è vivace, creativa. Il libro di Mongai è uno strumento particolare: scritto come un romanzo, costruito come un sito internet – a “scatole cinesi” –, pensato come un catalogo o come un elenco bibliografico, ironico e concreto laddove il tema stesso, la serendipità, potrebbe risultare aulico o erudito. La serendipità viene qui indagata nella sua storia – ricca di colpi di scena e di luoghi comuni da sfatare –, e dal punto di vista diacronico e sincronico: cos'era la serendipità nel Settecento, cos'è oggi, qual è la ricezione che ne hanno gli italiani, cosa può diventare dal punto di vista socio-antropologico. Anche nella nascita del termine si nasconde un giallo appassionante, che Mongai decide di indagare, iniziando con una definizione molto semplice della serendipità, per poi immergersi come una sonda nei vari spazi geografici, storici, mediatici, culturali, scientifici, che della serendipità sono sfaccettature importanti. Scrittore di culto esordito nel '97 con Memorie di un cuoco d'astronave (Mondadori, vincitore del Premio Urania), Mongai, autore di noir, gialli e fantascienza e sceneggiatore, compie con Serendipità - istruzioni per l'uso un viaggio coraggioso e travolgente dentro la parola, che diventa protagonista e generatrice di piacevoli imprevisti, affascinanti racconti, esplorazioni che guidano il lettore alla scoperta di autori come Dupin, Conan Doyle, Eco, Weber, di antichi manoscritti cinquecenteschi, di importanti scoperte scientifiche. La serendipità è, secondo l'autore, allo stesso tempo razionale, animica, mistica e magica: diventata oggi improvvisamente di moda, fu “costruita a tavolino quasi 250 anni fa da Walpole” e, “nonostante non sia stata scritta per 83 anni, piano piano è cresciuta e se non è una sequoia, beh, è un albero che getta ombra, fa altri semi, frutta idee, si replica, si diffonde”. Una parola-seme, allora, ma non solo. Un'attitudine che possiede solo chi si impegna nella ricerca, chi si appassiona alla cultura, chi non accetta di terminare la propria indagine alla prima difficoltà, o alla prima vittoria. Un libro, a mio avviso, che prima di tutto professa – come una religione – l'importanza della ricerca culturale, della passione per il sapere, per i libri, le biblioteche, la curiosità, la Conoscenza, e che per farlo si avvale di diversi media, antichi e moderni, e strumenti eterogenei, accademici e “fai-da-te”.


(pubblicato su www.romanoir.it il 04.06.2008)

   



Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani

2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris

3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini

3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci


Leggi i racconti

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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
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