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Morbidelli dipinge una persona piena di debolezze, allergica tanto ai semi di pioppo, tanto alle graminacee, tanto alle ingiustizie. Lo carica di una emotività forte e di una sensibilità traballante, che lo rende goffo di fronte alle donne, grottesco di fronte al nemico, fragile di fronte al dolore.
Eppure raramente ci si è trovati di fronte a un personaggio tanto risoluto e convinto delle proprie azioni nei confronti della giustizia. Ma facciamo un passo indietro.
Rimasto orfano da bambino, con una sorella assente e una nonna inferma da accudire, Bruno vive la sua vita senza l'assillo del denaro: i genitori, morendo, hanno lasciato a lui e alla sorella una piccola fortuna. Una vita ferma, che potrebbe durare fino alla propria conclusione, piatta e incolore.
Invece Bruno ha fame. Una sensazione strana che conosce sin da bambino, lo costringe ad agire, a porre rimedio alle ingiustizie subite dagli innocenti. Accanto a lui, non voglio svelare troppo, si muove il Diavolo, inteso non come l'essere infernale con corna e forcone, ma come la personificazione dell'ambiguità e della follia. Bruno lo chiama Fauce e lo incontra in locali bui e nascosti, dove il jazz scivola ruvido da una musicassetta e l'alcool denso da una bottiglia.
Insieme scelgono una vittima, poi Bruno parte e va a porre rimedio. Un rimedio che è dolore, violenza che fa infliggere da altri, incidenti economici e sociali allestiti per una definitiva caduta dal quieto vivere. “Ogni cosa al posto giusto” parla di tutto questo, ma non solo. Nello specifico, a essere in debito con la giustizia è un prete malato terminale che scelse di “donarsi” a Dio in seguito a un crimine di cui fu vittima anni prima. Gli anni trascorsi a pregare, però, non hanno portato risarcimento. E così l'uomo di Chiesa, prima di andarsene da questo mondo, preferisce l'azione umana a quella divina e come ultimo moto del proprio animo, piuttosto che un perdono che il suo abito imporrebbe, sceglie la vendetta, sceglie Bruno Pedrini.
Il primo capitolo è una mazzata. Lo stesso effetto dei primi capitoli de “La cattedrale del mare” di Ildefonso Falcones: se si riesce a ingoiare questo boccone amaro, poi si potrà soltanto digerire con gusto la serie di espedienti con cui il giustiziere cerca vendetta, partendo dalla piccole cose, la carrellata di personaggi sinceri, che riflettono la reale attualità, dalla badante al venditore di kebab, dalla poliziotta integerrima alla escort che vende il proprio corpo non solo per denaro, e i luoghi.
Perché Bruno Pedrini non cammina accanto ai navigli e non respira la nebbia padana. Bruno Pedrini mangia pesce e beve verdicchio, Bruno Pedrini è il primo grande eroe del noir marchigiano.
Alla fine del romanzo, si aspetterà con ansia la nuova avventura della coppia Morbidelli-Pedrini con una certa impazienza, stuzzicati dai discorsi lasciati in sospeso, comunque marginali, che non inficiano la trama del romanzo: sarà trilogia? Sarà serie ancor più lunga? Di carne al fuoco ce n'è parecchia. Un unico appunto alla casa editrice: è davvero così “truce” Bruno Pedrini?
Pubblicato da Robin Edizioni, “Ogni cosa al posto giusto” è l'esordio di Alessandro Morbidelli, giovane autore marchigiano che nel 2007 si piazzò secondo al concorso Roma Noir con il racconto “Il Perdono”. Nel 2010 ha curato l'antologia di racconti neri dedicati al mare dal titolo “Onda d'Abisso” per l'Orecchio di Van Gogh Edizioni. Suoi racconti sono apparsi su diverse antologie, tra cui Bloody Hell (Demian Edizioni) insieme a Carlo Lucarelli.

(pubblicato su www.romanoir.it il 24.09.2010)

   


Roma Noir 2009
L'amore ai tempi del noir

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2009)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2010
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Etica professionale
di
Marica Petrolati

2° classificato
Pisana
di
Stefano Cicerani

3° classificato ex aequo
Cuore fiore amore
di
Angela Cutrera

3° classificato ex aequo
Siracusa, 1608
di
Maria Lucia Riccioli


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