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Lo scenario è infatti quello torrido e desertico che tutti noi ci immaginiamo facilmente ricordando da un lato i film western, in cui i bianchi vengono a contatto con i nativi, dall'altro se ci tornano alla mente i film horror degli anni sessanta. Gli assalti alle diligenze, le sparatorie, i duelli, gli squallidi motel dove i pistoleri riposano prima di confrontarsi con il nemico, i saloon dove spesso scoppiano risse fra gli abitanti del villaggio, gli incontri con gli indiani e una moltitudine di personaggi induriti dalle difficoltà a cui sono sottoposti ogni giorno fanno da sfondo a una storia che non sarebbe così particolare se non ci fosse un legame con il sovrannaturale. L'elemento horror e quello western costituiscono, infatti, la miscela esplosiva di un romanzo in cui il sangue scorre a fiumi e in cui la violenza viene resa in maniera quasi grottesca.
In questo scenario diviso tra uno spazio reale e avvenimenti sovrannaturali il reverendo Jebidiah Mercer, spinto dalla voce del “Signore”, giunge a Mud Creek per espiare le colpe commesse in passato. Personaggio controverso dal grilletto facile, dedito all'alcool e persecutore dei peccatori, il reverendo più che a un predicatore somiglia a un pistolero vendicatore, che per ritrovare la fede perduta, deve combattere le avversità a cui il “Signore” lo sottopone per penitenza. Del resto in quel paese sperduto del lontano West succedono delle cose molto strane e le persone vengono assassinate senza che venga trovata una spiegazione. Inoltre le morti avvengono in un modo strano, un modo che la medicina e la sapienza terrena non riescono a spiegare perché sulla testa degli abitanti della cittadina grava una colpa tremenda. Pochi giorni prima dell'arrivo del reverendo uno sciamano indiano, dopo aver visto la moglie torturata a morte, era stato impiccato per un delitto che non aveva commesso e, spinto dalla collera e dalla vendetta, aveva lanciato prima di morire una maledizione a tutti gli abitanti. I cittadini morti durante la notte diventano zombie divoratori di carne umana e, tramite un sortilegio che rende i loro corpi schiavi di un'unica volontà, iniziano a massacrare chiunque gli si trovi davanti. Sarà uno scontro durissimo per il reverendo che, messo davanti al proprio io e al proprio passato, dovrà opporsi con coraggio alla forza di un essere sovrannaturale divorato dalla vendetta.
In questo romanzo così sui generis, come spesso avviene nelle pellicole cinematografiche, a una preparazione lunga e dettagliata segue una parte rapida e incalzante che trascina il lettore verso il combattimento finale in cui l'eroe, fra schizzi di sangue e cervelli in frantumi, si confronta da un lato con il nemico, dall'altro con le sue paure interiori. In definitiva una lettura divertente scritta con cura e dovizia di particolari, sicuramente apprezzabile per gli amanti del genere.
(pubblicato su www.romanoir.it il 11.07.2008)
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Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo
a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti
Vincitori
1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani
2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris
3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini
3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci
Leggi i racconti
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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
Segue>
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