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E questo perché siamo di fronte ad un fenomeno di conquista del territorio che le Mafie provenienti dell'Est Europa compiono giorno dopo giorno. Quindi, cosa è cambiato in questa nuova realtà? Quali sono i sintomi di questo nuovo male? E soprattutto cosa è mutato in Marco Buratti? Lo abbiamo chiesto direttamente a Massimo Carlotto, che ci ha raccontato i retroscena di questo nuovo avvincente romanzo.
I romanzi che hanno come protagonista Marco Buratti sono legati alla realtà e alla vita di Padova; esistono dei luoghi, delle persone o degli scenari che hanno ispirato la trama di questo nuovo romanzo?
Tutti i miei romanzi nascono da vicende realmente accadute. L'ultimo, L'Amore del Bandito, parte da un fatto molto importante che è considerato il grande mistero di Padova, cioè il furto nell'istituto di medicina legale di oltre 50 Kg di droga pesante. I personaggi raccontati nel romanzo sono in buona parte riconducibili alla storia e la gente di quelle zone può identificarli in maniera precisa. I luoghi in cui si sviluppa la trama sono sicuramente riconoscibili e lo sono anche quelli fuori da Padova. Infatti, quando lavoro, ho bisogno di conoscere i posti in cui il romanzo verrà ambientato, spesso ci vado di persona, faccio delle fotografie e mi porto il materiale a casa per lavorarci. Anche la “Cuccia”, il locale in cui lavora Marco Buratti, è un posto che esiste realmente e che purtroppo adesso è chiuso come del resto succede nel romanzo.
Quella raccontata nell'Amore del Bandito è un'Italia in cui si avverte sempre di più la presenza delle mafie provenienti dall'Est: quali sono i cambiamenti più tangibili?
Il cambiamento più tangibile è che non esistono più bande organizzate formate da italiani. Gli italiani lavorano esclusivamente per gli stranieri e quindi c'è una divisione del territorio, un vero e proprio cartello di culture criminali provenienti da fuori che si sono divise il territorio.
Quale è l'impatto in questa nuova realtà di personaggi come Marco Buratti?
Questi sono personaggi che io uso proprio per mettere in evidenza la differenza fra la vecchia criminalità e la nuova. Sono personaggi assolutamente obsoleti che oggi non potrebbero mai competere in un mercato ed in un mondo malavitoso. E da questo punto di vista sono puramente letterari, nel senso che sono personaggi che conducono il lettore a riconoscere alcune realtà e a conoscere le differenze rispetto ad un tempo.
Quindi, il Marco Buratti di oggi è cambiato rispetto a quello del primo romanzo?
Sì è cambiato, io non ho voluto mai seguire la strada degli scrittori americani, ovvero dei personaggi sempre uguali e sé stessi. Marco Buratti è sicuramente invecchiato, ha 15 anni di più ed è importante che quel personaggio sia la metafora di questo paese. Proprio per questo ha bisogno di cambiare continuamente non soltanto da un punto di vista personale, ma anche da un punto di vista della percezione del sociale .
E quale è il ruolo della donna in questo nuovo mondo criminale?
Al giorno di oggi le donne nell'universo criminale sono figure perdenti, lo sono molto di più rispetto al passato; Sylvie è un personaggio tipico della vecchia malavita, mentre Greta è quello della nuova. In questo universo del crimine queste due figure si scontrano proprio perché le cose stanno cambiando. Infatti, in questo periodo stiamo assistendo ad una grossa trasformazione del mondo della prostituzione che sta portando a cambiamenti epocali di cui ancora non si conosce la portata.
Questo nuovo romanzo è il primo di una trilogia: come proseguirà questa avventura dell'Alligatore?
La prossima puntata della trilogia si svolgerà completamente all'estero perché è proprio all'estero che sta cambiando il mondo della prostituzione, influenzando anche quello italiano. A me interessa indagare proprio su quello, ci sto lavorando molto e la prossima storia sarà molto europea.
Avete mai pensato di fare una serie televisiva o un film tratti dai romanzi dell'Alligatore?
I diritti dell'Alligatore non sono mai liberi e fino ad oggi nessuno è mai riuscito a farlo. Adesso mi sembra che li abbia la Televisione scozzese; forse loro ce la faranno.
(pubblicato su www.romanoir.it il 14.06.2010)
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