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Nato a Shanghai (luogo dove sono ambientati tutti i suoi romanzi) nel 1953 e emigrato negli Stati Uniti nell'89, dove insegna Storia della Letteratura Cinese all'Università di St. Louis, Qui Xialong è tra i nuovi narratori più amati dalla critica occidentale, già con due romanzi all'attivo, Quando il rosso è nero e Visto per Shanghai, romanzi amatissimi dal pubblico dei lettori di tutto il mondo.
Quest'ultima prova, La misteriosa scomparsa della compagna Guan, è stata presentata a Settembre al Festival della Letteratura di Mantova, ottenendo subito le prime note positive. Anche in questo romanzo, come nei precedenti, ritroviamo come protagonista l'ispettore capo Chen Cao, personaggio lontano dai canoni di eroismo, perfetto per le ambientazioni oscure di questa Shanghai in ripresa dopo la Rivoluzione Culturale di Mao Tse Tung.
Chen si muove tra le vie della città e vive la realtà quotidiana filtrandola attraverso la sua condizione intellettuale che spesso gli permette di intuire ciò che si cela politicamente, socialmente e culturalmente dietro il caso di cui si sta occupando.
Nonostante Qui Xialong non fornisca mai la descrizione fisica del suo protagonista, la figura di Chen Cao è decisamente affascinante e porta gradualmente il lettore a ricostruirne, attraverso l'immaginazione, i delicati tratti del viso e della persona. Sappiamo di lui che è figlio di uno studioso di Neo-Confucianesimo, che pratica la poesia ed è esperto di letteratura occidentale. Inoltre, pare che Chen si sia rivolto da giovanissimo ai principi del Maoismo decidendo sin da giovanissimo di lavorare per la modernizzazione del suo paese, cercando di far fronte ai molti problemi della transizione dall'immediato passato.
Ne La misteriosa scomparsa della compagna Guan la suspance è ben dosata e non scavalca mai le istanze narrative della storia. Il lettore cerca, insieme all'ispettore capo di comprendere le dinamiche del “misterioso” omicidio di una ex guardia rossa, legata a un importante testimone di un processo contro le Triadi che tengono sotto controllo i traffici clandestini, neanche a dirlo, tra Cina e Stati Uniti.
Il lettore è continuamente spinto a chiedersi quale siano le intricate vicende di stampo politico che prendono forma dietro la morte della compagna Guan, e lo stesso Chen Cao, collaborato questa volta dalla collega statunitense Catherine Rohn, ricostruisce con oggettività le fonti che sembrano legate indissolubilmente alle vicende cangianti della Cina nata dopo il 1989. Sempre più, fatti storici si legano alle vite dei protagonisti offrendo al lettore un originalissimo e assolutamente inedito affresco della Cina contemporanea. Anche gli altri personaggi, come l'investigatore Yu e la moglie Peiqin vivono la propria identità con incertezza e difficoltà. Sembrano volersi nutrire della forza insita nella storia recente cercando di superare il passato ricordato spesso come faticoso e schiacciante.
In definitiva è bello osservare come La misteriosa scomparsa della compagna Guan superi i confini della sperimentazione di genere per ibridarsi con forme e contesti più classici e perché no, più formali. Un testo avvincente e denso che pone inevitabilmente il suo autore alla ribalta di un genere, come il noir, in continua crescita e mutamento.

(pubblicato su www.romanoir.it il 19.12.2007)

   



Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani

2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris

3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini

3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci


Leggi i racconti

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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
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