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Proprio in questo scenario si muovono i due protagonisti: Wayne Prentice, scrittore risucchiato dal sistema e bruciato dai dati di vendita, in possesso di un buon romanzo, ma totalmente incapace di riabilitare il proprio nome nell'ambiente editoriale, e Bryce Proctorr, nome caldo, giocoliere del best-seller, in piena crisi creativa e con una scadenza alle porte.
Il loro incontro fortuito e una proposta indecente accenderanno la miccia dell'irreparabile: Bryce dividerà con Wayne un anticipo da un milione di dollari se l'amico gli cederà il suo ultimo manoscritto. E se gli ucciderà la moglie.
In un romanzo incentrato su due uomini, è la visione di Westlake sulla forza creatrice e primordiale dell'elemento femminile a fare il buono e il cattivo tempo: Bryce Proctorr avrebbe mai formulato la sua proposta indecente se non fosse stato oppresso dal divorzio in atto e dalla personalità famelica della moglie? E Wayne Prentice l'avrebbe mai accettata se sua moglie Susan non avesse palesemente ventilato la fine del loro matrimonio? Due uomini in balia degli eventi possono trasformarsi in simulacri di una società decadente in cui il desiderio e la passione tracciano linee di forza indistruttibili? La risposta è sì, possono. E Westlake spiega nel suo consueto stile, distaccato, ma attento ai minimi dettagli, le dinamiche della caduta. Spazio ai dettagli: l'unitarietà dell'uomo è sviscerata, dalla biologica tensione dei movimenti alla spirale intimistica dei pensieri, la pennellata conclusiva dell'opera ha le sembianze di un ecce homo spietato e sincero. E con l'uomo si sgretola la società, fatta di numeri e di compromessi, ognuno dei quali pretende un “pezzo d'anima”.
L'esca, nel gergo letterario, è l'aggancio narrativo, la tecnica che consente allo scrittore di catturare l'attenzione di chi legge. Bryce, il protagonista, ha bisogno di un'esca per continuare a scrivere opere di finzione, e invece ne trova una nella realtà: l'idea di far uccidere a Wayne la propria moglie. Ma tanto è facile tenere le redini della storia quando si scrive, quanto è impossibile farlo nella vita reale, e gli eventi sfuggono al controllo. Chi ne gioisce è il lettore, catapultato in un intreccio rapido, scorrevole, mai prolisso e avvincente.
Donald Edwin Edmund Westlake, nato a Brooklyn il 12 luglio 1933 è scomparso a San Tacho (Messico) il 31 dicembre 2008, mentre si recava ad una festa di fine anno. Considerato uno dei più grandi giallisti di tutti i tempi, è il maestro insuperato dell'introduzione dello humour nelle trame poliziesche. Centoquattro sono i libri di cui è autore, per lo più ambientati nella sua New York, da quindici dei quali sono stati tratti film come La pietra che scotta con Robert Redford e Payback con Mel Gibson. Per la sceneggiatura di Rischiose abitudini (1990) ha ricevuto anche una nomination agli Oscar. Westlake è uno dei due soli scrittori che hanno vinto tre volte l'Edgar Award in tre differenti categorie: la prima volta nel 1968 per il romanzo Un bidone di guai (1967), la seconda volta nel 1990 con Too Many Crooks premiato come migliore racconto, la terza volta nel 1991 per la migliore sceneggiatura ( Rischiose abitudini ). Nel 1993 ha ricevuto il titolo di Grand Master, massimo riconoscimento assegnato dall'associazione Mystery Writers of America. Nei gialli scritti sotto il suo nome ha raccontato le divertenti gesta del ladro geniale e sfortunato John Dortmunder. Ma per mascherare la sua prolificità (pochi credevano che potesse scrivere così tanto, 35 libri solo negli anni ‘60) ha usato anche gli pseudonimi di Tucker Coe, Samuel Holt, Edwin West e Richard Stark. Proprio sotto quest'ultimo pseudonimo, l'autore ha scritto la fortunata serie con protagonista l'enigmatico fuorilegge Parker, di cui Alacrán pubblica le avventure inedite in Italia, ultima in ordine di tempo: L'ultima Corsa nel novembre del 2008.

 

(pubblicato su www.romanoir.it il 10.07.2009)

   


Roma Noir 2008
"Hannibal the Cannibal c'est moi?" Realismo e finzione nel romanzo noir italiano

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2008)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2009
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Sala d'attesa
di
Carmen Maffione

2° classificato
Terapia d'urto
di
Silvia Premoli

3° classificato ex aequo
Il demone della Buonanotte
di
Andrea Franco

3° classificato ex aequo
Dolcemente verso il basso
di
Massimiliano Govoni


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