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Certo, Wilma Montesi nel romanzo si chiama Ester Conti e Enrico Mattei è Fabio Rivera, ma gli episodi raccontati da Sarasso non lasciano spazio a dubbi. Il lettore già avvezzo alle trame da Notte della Repubblica, riconoscerà come fortemente voluto ogni riferimento a servizi deviati, politici dalla gobba pronunciata o editori di estrema sinistra. Il lettore meno smaliziato non collegherà puntualmente fiction ad eventi realmente accaduti, qualche dubbio però, nella migliore delle ipotesi, lo porterà a documentarsi su questa o quella vicenda di Confine di stato, che leggendo gli è sembrata così tipicamente e tristemente italiana. D'altronde Sarasso non ha nessuna pretesa di raccontare verità storiche o fornire risposte laddove la magistratura non è stata in grado di darle. Al contrario, il novarese sembra aver ben chiaro il suo ruolo di artigiano della scrittura, di produttore di fiction, e per questo non si fa scrupolo di maltrattare la storia con la "S" maiuscola, di piegarla ai suoi fini e, soprattutto, di inventarsi un colpevole che sembra l'incarnazione del male assoluto: Andrea Sterling, un personaggio talmente spietato e crudele da apparire quasi irreale. Creando un personaggio simile, l'autore da una parte riesce a legare efficacemente i fatti storici narrati, dall'altra evita di lasciarsi imprigionare dal paradigma del complotto, che spesso finisce per banalizzare narrazioni di questo genere. Andrea Sterling è il “cattivo” che mancava: con lui viene meno l'ambiguità, non c'è mistero, il rimorso non è un problema e la pietà non è contemplata.
Il grande merito di Sarasso è quello di aver costruito una narrazione che gioca a carte scoperte, che rivendica il suo statuto di fiction e non di surrogato del racconto storiografico. Per questo stesso motivo, Confine di stato è disseminato di riferimenti espliciti a quegli autori senza i quali Sarasso non avrebbe potuto scrivere un romanzo del genere: in primo luogo Giuseppe Genna, poi De Cataldo, Wu Ming, Evangelisti, Lucarelli. Per non parlare dell'ombra nera di James Ellroy che aleggia su tutto il romanzo fino a prendere sostanza letteraria con un cameo di Pete Bondurant, personaggio ellroyano per eccellenza. Ci sono poi gli innumerevoli richiami al mondo del cinema e a quello dei comics (all'interno del libro sono presenti anche alcune tavole disegnate) da cui Sarasso attinge a piene mani. Quando il gioco di citazioni, rielaborazioni, invenzioni e omaggi messo in piedi dall'autore funziona a dovere, Confine di stato incolla il lettore alla pagina con una forza sorprendente. Quando il meccanismo s'inceppa, il romanzo zoppica un po', come privo di una sua rete di sicurezza. È questo però davvero un difetto da poco, se consideriamo che le quattrocento pagine di Confine di stato rappresentano l'esordio di un autore inaspettatamente giovane, appena trentenne, che nella sua opera prima non ha paura di confrontarsi con una materia narrativa incandescente: l'altra storia d'Italia, quella segreta e impresentabile di un paese dilaniato dalle stragi, fatto a pezzi dalle guerre di partito e cresciuto nel sangue.
(pubblicato su www.romanoir.it il 28.03.2008)
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Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo
a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti
Vincitori
1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani
2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris
3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini
3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci
Leggi i racconti
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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
Segue>
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