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Il racconto del pedinamento e dei suoi sviluppi è tenuto su due piani, cioè quello della storia e quello della memoria. Mentre Dan si destreggia attraverso la periferia parigina e gli incontri occasionali, spesso interrompe il procedere della storia per narrare i suoi ricordi, che schiudono al lettore la sua vita. Così, si scopre l'infanzia difficile del protagonista, la sua permanenza in carcere, il principio di una nuova vita e il suo progetto di scrivere un romanzo giallo. Il contrasto tra il presente della storia e i flashbacks spinge la voce narrante a riconsiderare «tutto a distanza di tempo», cosicché si realizza il terzo livello del romanzo, ossia quello metaletterario, con il quale Anarousseau, tramite Dan, informa i lettori sulle sue concezioni letterarie.
Il legame tra Dan e sua moglie è denso di significati. Egli la descrive come una donna ossessionata dalle faccende domestiche, ubbidiente alle prescrizioni mediche e che «voleva vedere solo cose belle». Per convincere a seguirlo in Normandia, in cui è sicuro che Dolto sta preparando qualcosa di losco, Dan inventa la scusa di voler visitare il castello in cui aveva vissuto Gorge Sand, pseudonimo della scrittrice francese Aurore Dupin (1804-1876) – antologizzata nella corrente sentimentale e idilliaco-rusticale del romanticismo francese –, perché la citazione del titolo di un suo libro «le avrebbe ricordato vagamente qualcosa». Nel testo sono menzionati altri due scrittori, antitetici alla prosa di Dupin, che Dan ritiene i modelli del suo libro ancora non terminato. Uno è il francese Blaise Cendras (1887-1961), da cui il protagonista ricava l'attenzione per «i popoli che soffrono» e «che saltano i meridiani», ovvero gli emigranti, e il tema del viaggio, che comporta lo straniamento verso il proprio passato; l'altro, sempre francese, è Jean Patrick Manchette (1942-1995), autore di romanzi polizieschi, che suggerisce a Dan di «prendere esempio dalle mucche», cioè di rivedere continuamente ciò che si scrive per ottenere un romanzo, invece di un racconto. Tutti i consigli di scrittura e le fonti avanzate evidenziano il problema di come far interessare il lettore alla realtà delle Banlieue , il posto dei «bastardi, quindi, per quelli banditi », in cui non si presta attenzione alla miseria degli immigrati, in cui si effettuano speculazioni edilizie che aggravano il quotidiano. I fraintendimenti linguistici e la l'impenetrabilità della riflessione interiore tra Dan e sua moglie rappresentano il dialogo che lo scrittore vuole incominciare con il lettore.
Perciò, il finale del romanzo non consiste solo nello svelamento di un intrigo, ma, con il suo effetto scioccante, prepara il lettore a ritornare sul testo per capirlo, evitando che sia trascinato dalle cose belle ossia da «un modo come un altro di chiudersi gli occhi», e lascia irrealizzata l'ispirazione letteraria di Dan a causa del confronto con la realtà, come se Anarousseau raccomandasse a se stesso di confrontarsi con la vita prima di ritornare a scrivere il prossimo romanzo.
(pubblicato su www.romanoir.it il 05.11.2008)
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Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo
a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti
Vincitori
1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani
2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris
3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini
3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci
Leggi i racconti
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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
Segue>
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