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La vicenda è ambientata a Pearl Harbour, non quella bombardata dai giapponesi, ma un omonimo quartiere della metropoli Huston, in cui la popolazione nera vive immersa nel degrado sociale e nella miseria. In questo scenario a dir poco surreale, un serial killer che si fa chiamare “Il Macellaio” – un moderno Jack lo Squartatore ossessionato dal sesso, dalla necrofilia e dalle donne – si aggira per le strade del quartiere, in cerca delle sue vittime. Joe Clark e Martin Hanson sono i detective che vengono messi sulle tracce dell'assassino, ma, mentre il primo riesce a mantenere i nervi saldi di fronte alla furia con cui vengono commessi gli omicidi, il secondo è disgustato dall'orrore che gli si presenta davanti agli occhi. Infatti Hanson proviene da Pearl Harbour e, prima di diventare un poliziotto duro e infallibile soprannominato dai colleghi “Gorilla”, aveva trascorso l'infanzia in quel quartiere con la convinzione che si sarebbe sollevato dalla sua condizione di degrado. Hanson sa come districarsi in quel labirinto di violenza e per questo i suoi superiori gli affidano i casi più difficili a Pearl Harbour, ma questa volta le cose vanno in modo diverso.
Attorno al caso, oltre ai due poliziotti a cui sono state affidate le indagini, iniziano a ruotare diverse persone: un giornalista d'assalto che ha degli agganci nel distretto di polizia, un poliziotto corrotto con a carico un figlio handicappato, un esperto della scientifica che aiuta Hanson a capire la psicologia del serial killer e tutte le persone che volenti o nolenti vengono attirate in questa spirale di violenza. Inoltre il “Macellaio” ama la notorietà e, per spaventare le persone di Huston, invia dei messaggi, vere e proprie minacce, alla stampa e al distretto di polizia. Hanson, man mano che le indagini procedono, viene sempre più coinvolto emotivamente nel caso, fin quasi al tracollo psichico.
Lansdale scrive questo libro perché nessuno aveva mai scritto un romanzo dalla parte delle vittime e, infatti, tanto le descrizioni di come queste donne vengono violentate e uccise dal “Macellaio”, quanto il coinvolgimento emotivo di Hanson, che vive il caso in maniera ossessiva, sono la prova del capovolgimento di fronte che l'autore propone. I romanzi con oggetto il “Serial Killer” spesso si focalizzano sugli aspetti polizieschi della narrazione e viene tralasciata la sofferenza delle vittime. È, quindi, un contenuto molto forte e d'impatto che non può non coinvolgere emotivamente chi si cimenta con questo tipo di lettura. Probabilmente in questo romanzo l'autore non raggiunge ancora quella perfezione che si ritrova in altre storie, ma si vede già la tendenza a quel tipo di narrazione, a quella costruzione dei dialoghi, ai cambi di prospettiva. Soprattutto nel finale, quando la storia sta per arrivare verso una risoluzione, le azioni dei personaggi si intrecciano in maniera coinvolgente e l'autore passa velocemente da uno scenario all'altro fino alla resa dei conti. Lansdale, oltre alla descrizione di una particolare atmosfera tipica delle metropoli americane, riesce a incastrare nella narrazione un thriller che tiene con il fiato sospeso fino all'ultimo.


(pubblicato su www.romanoir.it il 21.11.2008)

   



Roma Noir 2007
Luoghi e nonluoghi nel romanzo nero contemporaneo

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2007)
























Concorso Letterario
Roma Noir 2008
per tre racconti inediti


Vincitori

1° classificato
Il focolare
di
Davide Martirani

2° classificato
Vedo nero (Baby E.)
di
Andrea Floris

3° classificato ex aequo
La cosa nera
di
Roberto Santini

3° classificato ex aequo
La bellezza
di
Marco Bocci


Leggi i racconti

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Che cos'è Roma Noir?
Non è una nuova etichetta dell’ipermercato culturale contemporaneo. Né l’ennesimo slogan a effetto, in anni in cui tendenze e scritture vengono spesso definite a partire dai titoli delle antologie che lanciano i giovani esordienti.
Dal 2003 Roma Noir è un appuntamento annuale all’Università di Roma “La Sapienza”. Uno spazio che tenta di incrociare e di far dialogare due territori, quello di chi (scrittori, critici, case editrici, direttori di riviste) in questi anni ha “sdoganato” definitivamente il noir dal ghetto della letteratura di second’ordine con quello dell’Università, intesa nel senso delle sue componenti (studenti, docenti e, fisicamente, aule di un ateneo) ma soprattutto quale luogo di creazione/trasmissione di un’idea del mondo che, nel caso della letteratura, frequentemente si mantiene distante da alcuni ambiti della produzione e della lettura.
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