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Vincitori del Concorso Letterario
Roma Noir 2010 - Settima Edizione

Primo Classificato:

Etica professionale
di Marica Petrolati

Danny Fumoso era il suo nome d'arte.
Ma, per tutti, lui era "il rattoppatore", colui che risolveva situazioni ingarbugliate con un semplice gesto.
Lo contattavano da tutta Italia: donne, uomini, politici e professionisti, ognuno bisognoso di un servizio, di una toppa da mettere da qualche parte, più o meno costosa, più o meno sgargiante.
Danny Fumoso sceglieva l'ago più adatto: una corda, un coltello, dei freni manomessi, una tanica di benzina. Per ogni problema c'era la sua brava soluzione e il rammendo più consono.
Era così abile nel proprio mestiere da non aver mai fallito: il suo conto in banca - declinato al plurale e sparso in vari angoli del globo - e la libertà di cui godeva ne erano la prova tangibile.
La passione muoveva la sua mente: un macchinario perfetto che concepiva piani machiavellici, un gioco di scatole cinesi, una concatenazione perfetta di eventi così distanti tra loro, che rendeva impossibile a chi di dovere arrivare alla fonte, o anche solo di pensare alla parola assassinio.
Alla soglia dei cinquant'anni, Danny Fumoso non aveva perso un briciolo dell'agilità fisica e mentale che avevano fatto di lui il miglior killer su commissione.

La donna sedeva al tavolo del bar.
Poteva avere la sua età, o una decina d'anni in più, o una in meno.
Non faceva differenza: non doveva mai essere stata bella.
Di sicuro la sciatteria non era un buon rimedio.
- Questi sono per lei. È un acconto, ovviamente.
Danny Fumoso rimase immobile.
- Non accetto a scatola chiusa, signora - disse.
- Provi a guardare nella busta - rincarò lei, spingendo l'incarto sul tavolo.
- Non è così che funziona. Prima parliamo, poi decido.
- Come crede.
Per mezz'ora, la donna accompagnò le parole con gesti misurati, mentre Danny Fumoso immagazzinava informazioni; ogni tanto la interrompeva, per fare qualche domanda, poi la donna riprendeva, tranquilla, a dipingere il quadro delle sua vita.
Alla fine, Danny Fumoso allungò la mano sulla busta.

Dieci giorni dopo, il meccanismo per la risoluzione della faccenda era già in funzione.
Nulla di che, a dire il vero, così come non era particolarmente originale il caso di cui doveva occuparsi.
Era, in sostanza, la solita storia della moglie tutta casa, famiglia e devozione, che a un certo punto della vita aveva sentito l'esigenza di trasformarsi in qualcos'altro.
Cosa, Danny Fumoso non avrebbe saputo dire e poco gli interessava.
La sua funzione nella storia era un'altra: togliere di mezzo il marito malato. E facoltoso, naturalmente.
Alle diciotto di un piovoso martedì, la signora Regina, madre della sua datrice di lavoro, scivolò per le scale della propria abitazione, rompendosi il femore.
Alle diciannove di quello stesso giorno, Marina Righetti, infermiera professionale, ebbe un incidente di macchina, probabilmente a causa dell'asfalto viscido.
Alle diciannove e trenta, Danny Fumoso, etereo come un'ombra, entrò nel desolato appartamento di via Marche.
Con le due donne impegnate altrove, togliere di mezzo l'uomo sarebbe stata cosa veloce. Provocare un infarto era la sua specialità. Avrebbero concluso che aveva scelto la sera sbagliata per avere un malore.
Fumoso s'inoltrò nell'appartamento.
Registrò l'odore  di disinfettante e medicinali.
Il soggiorno era stato trasformato in una enorme camera d'ospedale: lucine rosse e blu lampeggiavano nella semioscurità, tra il ronzio dei macchinari e lo sbuffo di un respiratore artificiale.
Danny Fumoso seguì con lo sguardo la cannula, fino ad arrestarsi alla gola dell'uomo, poi salì con lo sguardo e incontrò due occhi vividi, affondati in una faccia dai muscoli rilassati e immobile, come il resto del corpo.
Poi, un ticchettio lo costrinse a voltare il capo: su un monitor, stava comparendo una scritta.
"Faccia in fretta, la prego." diceva.
Danny Fumoso sentì un fremito di sdegno.
Veloce, estrasse una busta dall'impermeabile, e l'abbandonò sul letto.
Poi s'incamminò verso  l'uscita.
Aveva ucciso conto per terzi per odio, denaro, gelosia.
Ma per amore no, non poteva: non era deontologicamente corretto.

Secondo Classificato:

Pisana
di Stefano Cicerani

L'aria delle quattro e mezza del mattino è tagliente e acre al bar di Peppe, il punto di ritrovo dei camionisti che scaricano l'immondizia di Roma alla discarica di Malagrotta. Si mescola alle esalazioni della raffineria e dell'inceneritore e appena sveglio ti prende alla gola senza mollarti.
Sandro non la disprezzava. Dopo anni ti affezioni agli odori forti, ti temprano e un giorno non puoi farne a meno. Si stropicciò le mani, accese la sigaretta e salì sull'Iveco. Guidava quel camion da sette anni, dodici ore al giorno, cinque giorni alla settimana. Il sabato era di manutenzione. Lo controllava, lubrificava e a volte si viaggiava pure.
Quella mattina era nervoso più del solito. La sera prima il capo lo aveva ripreso per due viaggi non tracciati, come persi nel nulla. Due scarichi di sabbia di fiume che dovevano arrivare a Fiumicino e per i quali il geometra del cantiere aveva chiamato in ufficio, strillando e bestemmiando.
Girò la chiave. L'Iveco si mise in moto subito. Fece un tiro profondo e schiacciò con cattiveria il pedale.

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Terzo Classificato ex aequo:

Cuore fiore amore
di Angela Cutrera

Cazzocazzocazzo io lo sapevo che non ero capace non mi dovevo mettere in mezzo a questo casino ora andrà tutto in mona cazzo è solo colpa mia come faccio adesso come faccio come faccio?
L'ispettore capo Moretti era stanco. Proprio a lui doveva capitare quella rogna, quasi alla fine del suo turno di notte. Di tutto, gli era capitato di vedere, da quando era in servizio alla stazione Termini di Roma. Tre anni di quella vita sfiancherebbero chiunque.
Si alzò rassegnato dalla sedia e raggiunse l'agente scelto Di Majo, che lo aspettava insieme alla dipendente dell'impresa di pulizie che aveva segnalato il ritrovamento.
«Andiamo a vedere questo pacco. Di Majo, ha avvisato gli artificieri?»
«Sì, ispettore. Sono già in loco».
Di Majo era così diligente che parlava come i verbali che riempivano i vecchi pc della stazione di polizia. Moretti non si sarebbe stupito se prima o poi avesse cominciato a pronunciare Vs invece che Vostro.
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Terzo Classificato ex aequo:

Siracusa, 1608
di Maria Lucia Riccioli

Livida.
Scomposte le vesti, un arravuglio di melma e foglie morte.
Lo sgarro al collo, slabbrato e definitivo.

«Un'altra buttana. Non gli erano bastati, a Roma, i santi accafonati coi piedi lurdi e le Madonne raccattate in mezzo alla strada… per pittare Santa Lucia s'è andato a scartare una miserabile picciotta della Borgata!».
Il superiore dei Cappuccini era fuori di sé. Va bene che quel Merisi era un artista, raccomandato dal Minniti e pagato dal Senato di Siracusa per quella tela in onore della santa occhiuzzibelli scannata
dai pagani, ma questo era troppo.
La ragazzetta, un grumo di sottane e capelli ricci, sedeva su una panca della basilica.
Il canonico della Cattedrale ascoltò, considerò, moderò.
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Il concorso è indetto nell'ambito del Convegno Roma Noir 2010. Le scritture “nere”: narrativa di genere, post-noir o New Italian Epic? che si terrà all'Università di Roma La Sapienza, Facoltà di Scienze Umanistiche, il 10 febbraio 2010. Quest'anno il Premio sarà associato al Concorso di fumetti Il tratto noir per la migliore tavola o vignetta di argomento noir organizzato dalla Scuola Internazionale di Comics (bando sui siti: www.romanoir.it e www.scuolacomics.it).
Il Concorso letterario Roma Noir 2010 intende premiare i racconti di ambientazione italiana che sappiano più efficacemente cogliere le nuove tendenze della letteratura noir . I testi devono essere in lingua italiana, inediti, DI LUNGHEZZA INFERIORE alle 4000 battute (compresi gli spazi) pena l'esclusione dal concorso. Non saranno presi in considerazione i racconti che siano già stati premiati in altri concorsi o che siano stati precedentemente pubblicati sul web. Possono partecipare autori italiani e stranieri. I concorrenti devono inviare il racconto ENTRO il giorno 24 GENNAIO 2010 con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono al seguente indirizzo e-mail:
concorso@romanoir.it . Il racconto NON VA INVIATO IN ALLEGATO, BENSÌ INCLUSO NEL TESTO DELLA E-MAIL pena l'esclusione dal concorso. La giuria selezionerà tre racconti vincitori.

GIURIA
I testi saranno valutati da una giuria critica composta da Fabio Giovannini, Giulio Leoni, Marco Minicangeli, Elisabetta Mondello, Giorgio Nisini, Mauro Smocovich, Maurizio Testa.

Primo racconto classificato: sconto di 300 euro su un corso a scelta della Scuola Internazionale di Comics, sconto del 50% sull'acquisto dei libri della Robin Edizioni, pubblicazione del racconto sulle riviste I-Comics e MilanoNera , sul periodico on line ThrillerMagazine e sul sito ufficiale di Roma Noir , www.romanoir.it .
Secondo racconto classificato: sconto del 50% sull'acquisto dei libri della Robin Edizioni, pubblicazione del racconto sulle riviste I-Comics e MilanoNera , sul periodico on line ThrillerMagazine e sul sito ufficiale di Roma Noir , www.romanoir.it.
Terzo racconto classificato: pubblicazione del racconto sulle riviste I-Comics e MilanoNera , sul periodico on line ThrillerMagazine e sul sito ufficiale di Roma Noir, www.romanoir.it .

PREMIAZIONE - Avverrà a Roma nell'ambito del convegno Roma Noir , che si terrà all'Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Scienze Umanistiche, il 10 febbraio 2010. I nomi dei vincitori verranno pubblicati su www.romanoir.it . I vincitori saranno inoltre avvisati per telefono e tramite lettera raccomandata.

 


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Vincitori del Concorso Letterario
Roma Noir 2009 - Sesta Edizione

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Roma Noir 2009
L'amore ai tempi del noir

a cura di Elisabetta Mondello
(Robin Edizioni 2009)

 

 

 

 


 



   
 
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